Progetto

I contenuti di questo sito provengono da un percorso di ricerca - svolto all’interno del corso di allestimento e museografia della facoltà di architettura di Firenze a cura del Prof. Giacomo Pirazzoli- riguardante i musei virtuali ed il loro attuale sviluppo in rete.
Lo scopo è quello di fornire una vista d’insieme sull’attuale panorama museale e quindi contribuire alla conoscenza di nuovi metodi di approccio alla cultura.
Il team di ricerca ha analizzato progetti che integrano la visualizzazione virtuale dei contenuti museali e la fruibilità al patrimonio culturale da parte degli utenti.
Focalizzando la nostra attenzione su numerosi punti di rilevanza sociologica ed economica, si è giunti alla conseguente formulazione di numerosi interrogativi, mettendo in discussione anche l’stituzione stessa del museo tradizionale.
Attraverso le ultime tendenze, secondo cui il museo, muovendosi sempre più verso il mondo del tempo libero e degli eventi culturali, può essere ancora considerato lo strumento di diffusione delle conoscenze sul patrimonio?
Internet, con la sua capacità di diffusione su larga scala, mette in discussione la stessa modalità di acquisizione delle informazioni, e della conoscenza del patrimonio culturale? Si tratta ancora di ricerca analitica della conoscenza o solo di presa visione di una conoscenza già consumata e concessa alla massa in maniera sintetica?
Che cos’è quindi il patrimonio culturale? E a chi appartiene?


La percezione dell’arte nel museo virtuale

L’evoluzione dell’istituzione museale nel tempo e le attuali innovazioni tecnologiche lasciano scorgere uno spiraglio di trasformazione radicale nella percezione stessa dell’oggetto contenuto nel museo. Con uno sguardo al passato, è possibile affermare che già dalla fine dell’800, i musei sono sempre stati un’istituzione criticata e al contempo voluta.
Parafrasando Camillo Sitte nel suo saggio “L’arte di costruire le città”, i musei dopo aver depauperato le città delle loro opere, sono recepiti come “zoo dell’arte”: l’opera d’arte, intesa originariamente come oggetto scelto e realizzato per esistere in un certo luogo ed essere percepito in quel dato spazio, si trasforma in caso studio da osservare, come in uno zoo.

Il contributo della tecnologia
Il contributo della tecnologia nel campo museale permette di realizzare realtà virtuali, come se si trattasse  di un museo nel museo il cui accesso non avviene attraverso una porta, ma da uno schermo. Visitabile quindi in ogni momento e da qualunque luogo si potrà osservare lo spazio usando un avatar e le opere stesse non essendo più reali, ma immagini bidimensionali ossia pixel colorati aventi una massa virtuale, saranno inseriti in cataloghi anch’essi virtuali, completi di descrizioni, video, confronti per cui con pochi click  l’accesso alle informazioni avverrà senza il minimo sforzo.
Attualmente ci chiediamo se tutto ciò fornisca realmente un valore aggiunto, o sia solo la riproduzione sul web di cataloghi o visite di uno spazio irreale.

Realtà virtuale vs reale realtà
Dal punto di vista della loro organizzazione è naturale pensare che i musei stanno subendo grandi cambiamenti. Ma che ne sarà dei musei di mattoni e cemento?
I musei viruali saranno una forma di pubblicità, di copertina di un libro o assumeranno una loro identità indipendente dal reale?
Il progetto di un museo virtuale che coinvolge l’intero patrimonio culturale mondiale è oggi realizzabile?

Garantendo la loro presenza online probabilmente i musei aumenteranno la presenza di visitatori, ma questa volta reali.