“Museo Virtuale” come replica del museo reale

I visitatori: quando il “virtual museum” si riferisce ad un’entità che non esiste solo sul web, ma anche nella realtà, sembra evidente che i visitatori del sito debbano esser identificati fra coloro che conoscono o hanno avuto contatto con l’entità reale.

I contenuti: in questo caso il museo viene riprodotto nella sua totalità, con tutti i suoi ambienti; attraverso modellazioni 3D e fotomontaggi è possibile visitare ciascuna sala, avvicinare e ingrandire una parte delle opere esposte, accompagnate da una descrizione dettagliata.

I vantaggi e gli svantaggi: la trasposizione sul web della collezione museale può essere parziale o totale. Essa può essere inserita in un catalogo o all’interno della struttura fisica del museo riprodotta digitalmente.

Le ricostruzioni di ambienti archeologici o la realizzazione di contenitori espositivi tridimensionali  permettono: l’accesso a monumenti difficilmente raggiungibili perché situati in luoghi remoti o inaccessibili al pubblico; la riproposizione di realtà e oggetti non più esistenti dei quali sono rimasti solo frammenti; una fruizione senza confini spazio temporali portando l’oggetto all’utente; la ricontestualizzazione degli oggetti.

Vedere un quadro o un oggetto su uno schermo di computer, nonostante tutta la definizione di cui possiamo attualmente disporre, non genera certo l’impressione percettiva che si ha sul posto, e siccome si tratta di oggetti in cui la precisione, il dettaglio, la specificità è di norma molto elevata, risulta un handicap non da poco.

Dalle statistiche sembra che se il sito del museo offre la limitata esperienza paragonabile allo sfogliare un catalogo,  gran parte dei potenziali visitatori preferisce non visitarlo affatto. Invece, per una persona impossibilitata ad effettuare una visita reale al museo, è interessante poterlo visitare anche solo virtualmente, augurandosi di provare una vera e propria “esperienza museo”.

Questa tipologia di sito museale è forse la più diffusa, avendo probabilmente come base l’idea del “museo in piccolo”, contenente tutte le opere e le vere sale, anche se la differenza di scala e di mezzo non conserva la qualità specifica dell’esperienza.